Marzo 4, 2020
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Lo scenario è di quelli apocalittici. Locali semi vuoti, uffici dimezzati, preservativi intatti. Già, perché nessuno lo dice ma anche la sex economy è colpita del corona virus. Nelle farmacie i preservativi sono lì appesi: “Nell’ultima settimana abbiamo avuto un calo di vendita del 70%” mi dice il farmacista dei Parioli. Il sesso occasionale è messo in quarantena. Le app usate a fine scopereccio languinano, Tinder è disperato, Grinder (app usata dai gay per il sesso mordi e fuggi) neanche a parlarne.
Hespresso. Tra i colpiti dalla psicosi c’è lui, l’insospettabile tombeur de femmes, il Trucione. Ci incontriamo in centro, da Hespresso, uno dei miei locali di riferimento. Mi piace perché è concepito come un treno e Dio solo sa quanto tutti vorremo scappare chissà dove. Lui arriva trafilato, bocca coperta dalla sciarpa (le mascherine sono finite) e amuchina in mano. Mi avvicino per salutarlo ma mi blocca: “Ma sei matta? Hai sentito le direttive del governo? Vietato baciarsi”. Si siede – con precisione – a un metro di distanza e ordina un caffè monouso.
Astinenza. Fatto questo, inizia la sua pietosa storia sull’astinenza forzata: “Non faccio sesso da due settimane, sono disperato. L’altra sera mi ha scritto su Instagram una gnocca, le ho detto che stavo a casa perché non mi sentivo bene e lei si è offerta di portarmi le pappardelle al cinghiale avanzate dal pranzo. Ma io ho dovuto rinunciare, capisci…io! Una macchina del sesso, ho una macchia sul curriculum”. Capisco il dramma umano di quest’uomo ma mi tocca sorbirmi un’altra lagna.
Vuoti i privé. Dopo Hespresso passo a trovare G. il proprietario di un privé di Roma. Dobbiamo parlare di lavoro ma pure lui è disperato: “Dobbiamo rimandare, Sabina, scusami, ma qui la situazione è drammatica. Abbiamo avuto un calo del 60% almeno. Sono tutti terrorizzati da questo virus”. Me ne vado afflitta, la nuova Louis Vuitton devrà attendere. Mentre cammino a via di Ripetta mi arriva un messaggio di A: “Sfidiamo il Coronavirus e andiamo a cena insieme?”.
Niente sesso e niente perversione ma, per ora, ancora si mangia.
(Continua…)