Febbraio 2, 2020
Categories: News
È un responsabile di uno dei principali quotidiani. Mi scrive facendomi i complimenti: mi legge spesso. Lui si trova a Milano, quando andrò vuole parlarmi di lavoro. Mi fiondo.
Instagram. Sul Frecciarossa ci sono due cinesine con la mascherina. Panico tra i sedili. Io sono ancora stordita per l’altra sera tra A. e L. Il primo se ne è andato con la sua Barbie; conoscendolo, se la saranno spassata. Il secondo è corso a piazzarsi su Instagram in cerca di piedi da contemplare.
Tequila. Io mi rifugio dal Trucione. Urge tequila. Appena lo vedo mi viene da ridere (come sempre). È in tuta, capelli arruffati, sale in mano: “Ho una sorpresa per te”. Comincio a preoccuparmi, “ma prima devi bere”, e mi fa l’occhiolino. Ora sono davvero preoccupata. Inizia la serata Tequila: tira fuori la bottiglia, due bicchierini, sale e lime. Obbedisco. Mi porta in camera e, neanche mi stesse presentando Zuckerberg in persona, dice: “Questi sono gli Oculus, il tuo mondo non sarà più lo stesso”.
Dinosauro. Gli Oculus altro non sono che degli enormi occhiali (lanciati da facebook) per entrare nella realtà virtuale. Te li infili e scegli tu dove vuoi andare, dalla spiaggia con le palme al museo del Louvre, passando per i lettoni giganti uso orgie. Lui la prende alla larga. Prima mi fa provare Jurassic Park. In pratica, sono in una giungla, in mezzo a vermi e insetti. Già così mi viene da scappare ma, a un certo punto, compare un orribile, enorme dinosauro, si avvicina sempre di più; ha i denti affilati e la bava che gli cola dalla bocca; si trova a 5 metri da me… 3… 1: urlo! Mi tolgo subito quegli occhiali malefici, ignara del fatto che il bello deve ancora venire.
Lesbo. Mentre io ero nella giungla lui, a mia insaputa, chattava con una sua amica per organizzarmi un incontro lesbo virtuale. “Ma sei matto?” urlo. Alla fine obbedisco e mi infilo gli occhiali. Lei si chiama D., il suo avatar è veramente figo. È mora, ha i capelli lunghi e lisci. Ci incontriamo in una camera d’albergo piena di specchi. Al centro c’è un grosso letto rotondo e sopra una doccia cromatica. Arriva il cameriere con il Cristal, due flute e fragoline di bosco. D. inizia a sorseggiare lo champagne, prende una fragolina e se la succhia. Me la porge. Ci sto. Prende del ghiaccio dal cestello, se lo mette in bocca, tira fuori la lingua per passarmelo. È il mio primo ‘pomiciamento’ virtuale ed è lesbo. Ci mettiamo sul letto, mi spoglia.
(Continua…)
Ps. La canzone che ho scelto per questo articolo è “Io e Maria” di Paola Turci