Beh, se sei finito qui, ti serve qualche consiglio, pratico, sulle sex doll o, se preferisci nella versione italica, le bambole del sesso.

bambola del sessoPartiamo dalle basi: la bambola del sesso altro non è che una riproduzione, più o meno riuscita, del corpo femminile.

Dei sex doll versione maschile, almeno per ora, c’è poca traccia.

C’è differenza tra le bambole del sesso e i veri corpi femminili? La domanda è scontata: ovviamente sì.

Ed è proprio nel ridurre questa differenza che le varie aziende tecnologiche del settore stanno lavorando da anni. Ci riusciranno mai? Forse sì, forse no. Chissà. È la stessa cosa? È la stessa cosa fare sesso con una donna vera o con una bambola del sesso? Ovvio: no.

Non sarà mai la stessa cosa (anche prendendo in considerazione tutti gli sviluppi tecnologici possibili) ma, come in tutte le perversioni, magari c’è o ci sarà anche chi preferisce una sex doll al corpo femminile.

D’altronde, non c’è mai limite alle fantasie umane.

Ma come funzionano, quindi?

Le bambole sono dotate di vagina, ano e bocca. Tutte cavità ricostruite in vari materiali. Vagina, bocca o ano, andranno poi pulite dopo ogni rapporto intimo.

Ovviamente, ogni bambola ha il suo kit d’uso e il suo manuale di istruzioni. Ma è su tutte le funzioni 2.0 – quindi temperatura, Intelligenza artificiale, movimenti, interattività – che si stanno concentrando le aziende produttrici.

Le bambole del sesso, dai marinai a Hitler

Qualche cenno storico: non ci crederai, ma le prime bambole del sesso risalgono al ‘600, all’epoca erano di cotone, e venivano utilizzate dai marinai durante le lunghe rotte oceaniche.

Piccola parentesi: (sai qual è il sex toy più antico del mondo romano? Beh, è il fallo di Vindolanda, un pene artificiale eretto di 16 centimetri, scoperto al confine tra Inghilterra e Scozia). Chiusa parentesi.

C’è poi chi dice che il primo uomo a pretendere, ordinare e voler produrre su larga scala delle bambole del sesso fu, rullo di tamburi, Adolf Hitler. Proprio lui. In persona. Sembra che Hitler volesse sviluppare delle bambole, ovviamente ariane, per provvedere alla vita sessuale dei soldati.

Fu una bomba alleata, raccontano le leggende, ad annientare la fabbrica nazista di bambole. La verità, però, è che tutta questa faccenda delle bambole ariane con trecce bionde non è mai stata dimostrata storicamente.

Oggi le bambole sono di un genere completamente diverso. Non sono più le pezze di cotone con un buco tra le gambe usate dai marinai durante le loro traversate.

Ormai le sex doll sono vere e proprie bambole smart dotate di sensori vocali, tatto, sensori e IA. Le bambole possono anche cambiare gesti e atteggiamento a seconda del cliente.

Le sex doll in affitto

Emma Robot

Emma Robot

Certo, i costi non sono proprio a portata di mano, vanno da 2 a 10 mila euro.

Non hai soldi per comprartene una? Beh: affittala. Alcune società sono già attive a Torino e Roma. Il prezzo? 60 euro per tre ore, 100 euro per 6 ore, 120 euro per tutta la notte. Gemiti inclusi.

E non è un fenomeno raro. Tanto che negli Stati Uniti molte prostitute, quelle vere, quelle in carne ossa, già si stanno ribellando. Una sorta di luddismo a luci rosse.

Che lo vogliano o meno le escort, quelle umane, le sex doll sono ormai una realtà. E anche molto diffusa. E non solo negli Stati Uniti.

A Cremona, per esempio, qualche tempo fa un arzillo 84enne è stato beccato nel parcheggio  di un centro commerciale mentre stava provando a fare qualcosa, chissà cosa, con una bambola gonfiabile.

L’anziano, raccontano le cronache locali, era sul sedile posteriore della sua Fiesta, con i finestrini oscurati utilizzando come copertura alcuni indumenti, e stava giocando con la bambola.

Stava giocando con la bambola” è il testo delle agenzie. Letterale.

Il boom durante la pandemia

Il boom delle sex doll c’è stato soprattutto, come prevedibile, durante il lockdown, quando si è registrato un picco di prenotazioni.

Ormai le aziende che le producono sono sparse un po’ ovunque nel pianeta Terra ma le più importanti sono certamente quelle americane e quelle cinesi.

 

Bambole del sesso, come funzionano i modelli più avanzati

Emma Robot stesa

Emma Robot

Inutile nasconderselo: quello che si cerca nelle bambole del sesso è la donna perfetta. Quindi, tutto quello che non riusciamo a trovare in giro nella realtà.

Tra i progetti più importanti (e qui citiamo un articolo di Future of Sex “State of the Sexbot Market: The World’s Best Sex Robot and AI Sex Doll Companies”) c’è quello di Realbotix della californiana Abyss creations.

Abyss creations produce la popolarissima bambola del sesso in silicone, RealDoll, le cui versioni sono apparse in film e spettacoli tra cui il film cult sull’argomento “Lars and the real girl” e la serie dei motociclisti anarchiciSons of anarchy”.

Queste bambole del sesso sono dotate di Intelligenza artificiale.

La bambola infatti, e questo può spaventare chi è più indietro dal punto di vista tecnologico, può ricordare il tuo nome, i tuoi gusti e impegnarti in lunghe conversazioni romantiche o piccanti.

E, se preferisci la realtà virtuale l’azienda, tramite App, ti sviluppa anche l’avatar perfetto.

Con l’app, infatti, puoi progettare la ragazza dei tuoi sogni scegliendo la corporatura, il suo stile e la personalità. C’è poi la possibilità di creare una vera e propria stanza privata dove con il tuo avatar beh, puoi fare quello che vuoi.

C’è poi Emma della società cinese AI tech. Emma, con uno scheletro in acciaio, può muovere la testa, battere le palpebre e parlare con le persone in inglese e cinese.

Inutile dire che anche Emma, dotata di Intelligenza artificiale, può ricordare i tuoi gusti e il tuo nome.

Ma non è finita qui.

Emma, personalizzabile in versioni differenti, ha infatti anche dei sensori tattili che la fanno gemere al tocco del compagno vero. E si riscalda. Esatto. La bambola si riscalda e quindi ti riscalda.

Se poi sei così avanti nel percorso che, oltre agli umani, ti stanno iniziando a stufare anche i robot umanoidi allora ti puoi sempre buttare sulle prime ragazze “gatto robotiche”.

 Che cosa sono? Sono piccole ragazze gatto, alte poco più di un metro, in grado di soddisfare tutte le tue perversioni.

Ma questi sono solo alcuni dei progetti più popolari. C’è poi l’altra faccia della medaglia: i progetti… finiti male.

Il progetto, fallito, di Samantha

Samantha e Sergi Santos

Samantha e Sergi Santos

Ci sono poi, e non sono pochi, i progetti finiti male.

Uno dei casi più famosi è quello di Samantha dell’ingegnere Sergi Santos. Malgrado il clamore generato all’inizio della produzione, correva l’anno 2017, ormai della bambola non c’è più traccia.

Chi l’ha provata dice che la cosa più eccitante di Samantha erano i suoi gemiti durante l’orgasmo. Ma poco altro.

Samantha, infatti, non si muoveva da sola e l’unico suo punto di vantaggio erano dei sensori vocali che si attivavano al tocco.

Una curiosità: a incoraggiare l’ingegnere Santos a sviluppare la bambola fu proprio la moglie, forse stufa delle troppe pretese sessuali del marito.

Un giorno Samantha fu anche esposta in una fiera ma, raccontano le cronache, il tutto andò male, con i partecipanti che maltrattarono in tutti i modi possibili la sfortunata bambola.

Chissà, se il prototipo numero uno di Samantha riscalda ancora le notti del professor Santos.