Settembre 29, 2019
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Guai a volergli insegnare qualcosa: loro sanno già tutto. Ed hanno un maestro d’eccezione: il web. Stiamo parlando dei Millennial (i nati tra il 1980 e il 2000) e l’argomento in questione è il sesso, o meglio, come è cambiato il suo consumo da parte dei ragazzi nel passaggio da analogico (prima dell’avvento del web) al digitale.
Se fino a trent’anni fa, i ragazzini dovevano mettere insieme vari elementi – una scena di un film visto lì, una frase scappata agli adulti là, i giornalini rubati al fratello maggiore – adesso non c’è più bisogno di ingegnarsi. I giovani di oggi sanno, fin da bambini, che la cicogna ha emigrato in terre più fortunate ed è stata sostituita dal più piacevole atto sessuale.
La verità gli è stata spiattellata dal grande web e, in particolare, dal maestro YouTube che, diciamocela tutta, ha sollevato i genitori dall’onere di spiegare come cavolo (l’altra parabola) nascono i bambini. Le statistiche parlano chiaro: il primo incontro con i contenuti erotici della rete avviene in media all’età di 9 anni e, per l’89% dei teenager, costituisce l’unica forma di educazione sessuale.
Così, i ragazzi credono che il sesso sia proprio quello che vedono su YouTube: non riescono a comprendere che i video porno sono solo fiction e che lo Suirting, per fare un esempio, non è una cosa tanto comune ma riguarda solo poche elette. E soprattutto sono piccoli schizzi, non i fiumi che si vedono nei film. Invece, i ragazzi non si preoccupano più se lei raggiunge l’orgasmo ma pretendono lo Squirting e se, non c’è, cominciano a farsi le pippe (mentali?). Dall’altro lato, la maggior parte delle ragazze considera un rapporto “figo” solo se il partner ha eiaculato loro sul viso.
De gustibus.
NB. Per qualsiasi dubbio e per avere dei chierimenti sull’argomento potete contattare la sessuologa Roberta Rossi, Presidente dell’Istituto di Sessuologia Clinica di Roma: r.rossi1@fastwebnet.it o collegarvi al sito http://sessuologiaclinicaroma.it
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