Dicembre 3, 2019

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da Tinder a Comehome

Mi sveglio con la testa spiaccicata sotto il cuscino del divano. Ho i capelli pieni di sale, cerco di capire cosa è successo: ah sì… ieri sera c’è stata la serata Tequila Bum Bum per affogare i miei problemi di cuore con A: il tipo che mi piaceva tanto, è scomparso senza spiegazioni e io mi sono fatta una serata Tequila col mio amico Trucione.

Mi alzo barcollando, lui dorme sulla sedia del tavolo, è figo pure così. Recupero il mio cellulare appiccicoso di alcool: sono le 7 del mattino, chiamo un taxi e torno a casa. La mia gatta Jisé mi accoglie come fa al solito: con tutti i calzini sparsi per casa. Le dò la pappa se no mi sbrana le caviglie, faccio una doccia e cerco di riassumere sembianze umane: alle 9 ho una colazione di lavoro, devo essere linda e pinta. “Sembri un uovo strapazzato” mi saluta J. alla reception. Missione fallita. Meno male che a pranzo posso rilassarmi: vado a fare Mindfullness con la mia amica di Milano Cl.

Le racconto del Trucione e di A. ma lei ha la soluzione a tutti i miei problemi: “Iscriviti a ComeHome, adesso c’è anche a Roma”. “È un app di incontro?” le chiedo con la mano sul diaframma. Lei mi guarda spazientita: “Di più, è la nuova frontiera del dating, una via di mezzo tra Tinder e The Fork per il primo appuntamento”. Mollo la respirazione col diaframma e mi scarico subito l’app.

Funziona così: ti registri e ti appaiono un sacco di eventi, tutti organizzati dagli altri iscritti a casa loro. Le serate sono fighe: si va dai #FuckingParty ai Casinò, passando per gli incontri al Buio a #PiovonoPolpette. “Il numero di uomini e donne è più o meno pari così si evitano quelle serate a sfondo femminile” sottolinea Cl. che di serate sul divano a lamentarsi per la massiccia presenza di donne ne ha passate tante. Il nostro sguardo cade sulla serata Toga Party: “TOGA! TOGA! TOGA! Basterà un lenzuolo bianco, dei sandali o una corona di alloro per addentrarsi in un mondo dove convenzioni, doveri e costrizioni sociali lasceranno spazio a sensualità, creatività e piaceri”. La zona è la Pisana, un po’ lontano da casa (solo una volta che ti sei registrata all’evento compare l’indirizzo esatto) e i partecipanti sembrano carucci, sono rimasti 7 posti. Ci segniamo. I giorni successivi la mia attenzione è tutta focalizzata sul dress code; tra un articolo e una storia su Instagram, ordino corone di alloro su Amazon; ho i sandali comprati a Mykonos, mi manca il lenzuolo bianco ma a quello ci pensa Cl.

Il proprietario di casa si chiama Tarquinio (ovviamente) e ci accoglie avvolto in una sorte di accappatoio bianco rubato in qualche Spa. È grassoccio e basso, con dei terribili peli sul naso aquilino. Cominciamo bene. Entriamo e l’atmosfera è molto lounge: ci sono candele, uva peggio che in un vigneto e caraffe di vino di pessima qualità. Per fortuna ci sono due tipi che sembrano simpatici. Attacco bottone: “Fate spesso queste serate?” chiedo fingendo allegria. “Si, è il modo migliore per fare conoscenze” mi dice il più carino. È sveglio, un tipo interessante ma cerco di parlare anche con l’amico rospo, terribilmente lentigginoso, se no pare brutto. Ci raggiunge Cl. nel suo mini lenzuolo, io vado a prendere da bere, viene anche il rospetto. Il tempo di masticare un acino d’uva, mi giro e Cl. è avvinghiata al ragazzo carino.

(Continua…)